Tutto in un segnalibro
Collezione Merseburger. Scrigno di storia grafica e di costume
di Marina Pescatori
Cherchez la femme. Non succede quasi mai che a iniziare una raccolta sia lei, la moglie, e che a seguirla nella passione sia lui, il marito. Più di frequente capita invece il contrario, che anzi: chi ha per marito un collezionista, spesso non vede l’ora di buttar via tutta quella roba: “…che fa solo polvere!”. Non così per Alex Merseburger: «Mia moglie Michaela – racconta – iniziò a collezionare segnalibri “moderni” nel 1990 circa. Io la aiutavo solo nella catalogazione e archiviazione. Poi, quando nel 2001 sono andato in pensione a causa di una neuropatia degenerativa, ho estrapolato alcuni pezzi storici e mi sono appassionato a questa branca del settore cartaceo… Ma non sono un neofita in fatto di raccolte! Collezionare mi è sempre piaciuto. Già a 10 anni cercavo francobolli italiani e di San Marino, e come tanti ragazzini spendevo la paghetta in bustine dei Calciatori Panini».
Alex, nello specifico, raccoglie solo segnalibri d’epoca, ma se trova qualcosa d’interessante a tema, non se la fa scappare: «Solo, però, se si tratta di ditte di cancelleria: FILA, Presbitero, BO-FIM, ecc…; di queste marche raccolgo anche documenti cartacei come: orari scolastici, carte assorbenti, formulari geometrici, cartoline» oggetti che vanno ad arricchire un insieme che conta ormai 1.800 pezzi circa, dei quali 1/3 sono FILA, 1/3 altri italiani, e1/3 stranieri (UK, Francia, USA, Germania, nell’ordine). «Sono tutti “storici” – tiene a precisare Alex – cioè vecchi di almeno mezzo secolo, per cui i più recenti sono degli anni ’60. E, salvo pochissime eccezioni, sono tutti di carta». Una cifra del genere pone Merseburger e sua moglie – che ancora condivide con lui la passione – fra i collezionisti di segnalibri più importanti in Italia. E non solo! Divenuti veri e propri esperti in materia, i coniugi hanno avuto modo di pubblicare un libro tutto dedicato a queste minuscole strisce di cartoncino dal titolo Uno su 500: «Si tratta del primo libro sulla storia dei segnalibri FILA e delle aziende a essa concorrenti nel mondo della cancelleria». Essendo un testo completo, e riportando le valutazioni sulla rarità delle serie, il volume può considerarsi una vera e propria fonte d’informazione per neofiti e studiosi di storia attraverso le immagini. I segnalibri in esso inseriti sono oltre 600, un numero considerevole che è stato possibile raggiungere anche grazie ai collezionisti amici che hanno messo a disposizione le immagini dei loro pezzi. Come spesso accade, infatti, soprattutto nell’era di Internet, non è difficile entrare in contatto e rimanere in buoni rapporti con altri appassionati. Il desiderio di confrontarsi, dare e farsi dare consigli, scambiare esemplari doppi, prevale sulla naturale riservatezza di ogni collezionista in merito alla propria passione. «Nel 2007, dopo anni di raccolta in solitudine, sono entrato in contatto con “The Bookmark Society”, un’associazione inglese di collezionisti, e da allora ne sono socio. I membri sono una novantina dei quali venti di altre nazioni, e di questi, quattro sono italiani. Molto interessante – oltre all’opportunità di corrispondere con appassionati stranieri – è la possibilità di fruire della pubblicazione quadrimestrale, un Bollettino che contiene servizi specialistici a cui anche io contribuisco con articoli legati ai segnalibri italiani». Non v’è dubbio, quindi, che il nostro collezionista appartenga a quella tipologia di appassionati che non si limita ad ammucchiare esemplari, ma che studia l’argomento e lo divulga. E visto il grande interesse, si potrebbe pensare di essere davanti a un “soggetto compulsivo”, uno di quelli che non si lascia scappare un esemplare, e che farebbe di tutto per avere il pezzo mancante. Invece Alex è del tipo “ho tutto sotto controllo”: «Il costo è un fattore limitante» afferma. Ma se gli si chiede se c’è un pezzo che non ha e vorrebbe avere, anche lui, come tutti, vacilla: «Il sogno resta il segnalibro che dà il titolo al nostro volume Uno su 500. Si tratta del n° 14 Pugilato, il pezzo chiave della serie FILA degli anni ’30 composta da 16 esemplari. Si trovava solo in una scatolina di matite su 500!… Per analogia, è come se parlassimo del più noto mancante della raccolta delle figurine Perugina: Il Feroce Saladino. Per questo segnalibro – ma solo per questo! – sarei disposto a una piccola follia».
Il valore della raccolta Merseburger
Anche se il “pezzo forte”, sogno nel cassetto, manca, questo insieme dei segnalibri è uno scrigno di sorprese e di studio, sia dal punto di vista decorativo sia da quello del costume. E anche se Alex minimizza esclamando: «…ogni scarrafone è bello a’ mamma soja!» sa benissimo che ognuno dei suoi esemplari ha un valore storico e non solo. «Diciamo che è un minuscolo frammento della storia della grafica nelle diverse nazioni, unitamente a come capita per la cartellonistica, i depliant, i titoli azionari, le carte intestate, le cartoline e via dicendo… Inoltre, ognuno di essi è testimone del mondo industriale, commerciale, finanziario e dell’editoria». Quanto alla definizione economica dell’intera raccolta, è difficile averne a capo: «So quanto spendo: circa 80 euro al mese. Ne consegue che negli anni ho speso o investito – dipende dai punti di vista – intorno ai 15.000 euro». Ma quanto può arrivare a costare un pezzo? Come spesso accade anche per altri tipi di oggetti, risultano più cari gli esemplari “trasversali”, quelli cioè che, pur nella loro specificità, vanno bene per diversi generi collezionistici: «Accade perché si sovrappongono diverse raccolte» precisa Alex. «Ad esempio negli USA ci sono segnalibri bellissimi della Coca-Cola, datati 1905, che in asta superano sempre i 200 dollari. Questo è dovuto al fatto che sono ambiti soprattutto dai collezionisti specializzati in gadget della bevanda. Ma si tratta di eccezioni, perché, viceversa, a 50 centesimi/1 euro si possono acquistare pezzi delle serie più recente della FILA (anni 1965-73) che già procurano grande soddisfazione e rappresentano un’ottima base di partenza».
A proposito di partenza, sarebbe molto utile, per chi voglia cominciare la raccolta, riuscire a orientarsi, avere un catalogo con prezzi validi cui fare riferimento: «Oltre al mio libro, Uno su 500, che è ristretto però alla cancelleria, esiste l’ottimo testo I segnalibri, a cura di Ferreri e stampato da Corraini, Mantova. Non è un catalogo in senso stretto, ma si possono visualizzare i pezzi che vanno a formare una collezione completa. Per riuscire ad averli tutti, però, bisogna partire col piede giusto: munirsi di curiosità, perseveranza, metodo». Archiviazione e conservazione La memoria visiva non sembra essere un problema di Alex che, pur superati 1800 esemplari, dichiara come se nulla fosse: «Sono ancora pochi, e li ricordo ancora tutti! Salvo che in un paio di casi, non mi è mai capitato di acquistare dei pezzi doppi». La tecnologia però gli dà una mano: «Naturalmente, possiedo un foglio excel dove sono registrati, mentre fisicamente sono posizionati nei raccoglitori secondo grandi aree merceologiche, talvolta ulteriormente suddivise. Esempio: “Alimentare”, suddiviso in alcolici, caffè, cacao e cioccolata, ecc…; “Finanza”, suddivisa in banche, assicurazioni, buoni del Tesoro. E così via. Contrariamente ad altri collezionisti per fortuna non devo lottare con lo spazio: otto grossi raccoglitori ad anelli con dentro buste di plastica divise in tre settori, sono sufficienti a contenere tutta la raccolta. Ma, per non annoiare gli osservatori occasionali, ho riunito in due raccoglitori sottili i 100 pezzi più antichi, rari e belli da vedere, per evitare in chi guarda l’effetto soporifero del: “…ti mostro gli album delle foto del matrimonio!”».
3 DOMANDE DIRETTE
- Quali sono i segnalibri più antichi? Le ruote di lettura, in cuoio o pergamena. Risalgono al Medio Evo. A seguire, i segnacoli, nastri in stoffa che talvolta fanno capolino dai libri riprodotti nei quadri. Famosissimo quello che si vede nel dipinto di Arcimboldo.
- Questi esemplari esistono ancora? Sì, ma si trovano solo nei musei. Uno specializzato è a Duisburg, in Germania.
- Chi è il maggior collezionista al mondo? L’olandese Frank Divendal. È presente nelle pagine del Guinness dei Primati con una collezione di 92.000 segnalibri. Recentemente mi ha scritto che sono diventati circa 110 mila.
IL LIBRO
Michaela e Alessandro Merseburger sono gli autori di Uno su 500. Storia del segnalibro FILA, catalogo di riferimento con indice di rarità. Il libro presenta anche segnalibri di altri produttori di cancelleria e materiale cartaceo promozionale. Si può trovare in vendita su Ebay. Editore Intergrafica, Verona 2012.
Articolo pubblicato su La Gazzetta dell’Antiquariato n. 245 – Giugno 2016